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Uno dei problemi fisici con cui il golfista, soprattutto se neofita, si trova a dover fare i conti più spesso è la tendinopatia del gomito.

Si parla di gomito del golfista nel 90% dei casi per un epicondilite traumatica, dolore riferito all’epicondilo dell’avambraccio.

Un restante 10% si riferisce ad infiammazioni dei flessori dell’avambraccio, con rispondenza all’epitroclea; i casi di epitrocleite si riscontrano particolarmente, a seguito di allenamenti intensi eseguiti su superfici artificiali (tappetini).

Per capire la genesi di questo particolare traumatismo del gomito bisogna analizzare lo swing.

Anche per gli atleti professionisti di alto livello, lo swing è un gesto lontano da essere un automatismo; è un movimento che necessita di continue cure, affinché possa mantenere i giusti requisiti di connessione e ritmo, l’obbiettivo è poter colpire la pallina con sicurezza e continuità.

È proprio l’asinergia tra il corpo e l’attrezzo la causa più importante dei traumatismi al gomito.

Facendo uno swing a vuoto, senza palla, le capacità coordinative dell’atleta, rimangono buone, l’atleta mantiene una buona connessione.

Tutto cambia se l’obbiettivo del movimento non rimane fine a se stesso, ma include il colpire una palla.

Qui possiamo osservare due comportamenti completamente differenti: nel primo caso, quello del professionista, l’atleta si preoccuperà non di colpire la palla, quanto di attraversarla con un gesto più naturale possibile; nel secondo caso, la proposta del dilettante, è un gesto dove il dubbio di come guidare, gestire, comandare il bastone pone l’atleta all’interno di una asinergia muscolare dove parti diverse del corpo si ostruiscono a velocità diverse.

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Quindi il nostro principiante nella lotta per colpire la palla, attiverà catene muscolari più vicine alla sua logica di risoluzione del problema, allontanandosi assolutamente dal movimento ideale.

Osserveremo uno swing dove la giusta attivazione dei grandi gruppi muscolari, sarà sostituita da l’azione di sistemi più fini di controllo, i quali obbligheranno l’utilizzo dei muscoli piccoli degli avambracci e dei polsi.

È il tentativo di correzione, che genera il trauma, in quanto è eseguito da muscoli non adatti a questi tipi di carico.

La causa scatenante può essere un singolo trauma o più frequentemente una serie ripetuta di micro traumi i quali possono emergere quando si eseguono lunghe sedute di allenamenti non supportate da un adeguato apporto tecnico e da un sufficiente condizionamento fisico.

Fattori che possono facilitare la comparsa dell’infiammazione possono anche essere un’attrezzatura non adeguata, grip troppo grandi o troppo piccoli, bastoni troppo pesanti o difficili per il livello di gioco, shaft eccessivamente rigidi.

Altri fattori che spesso si trovano in associazione alla comparsa del problema sono situazioni di disagio psicologico (insoddisfazione, stress, ecc..), diabete, ipotiroidismo, reumatismi, menopausa o uso di contraccettivi per via orale.

Come prevenire e/o come curare:

Iniziare uno sport altamente tecnico come il nostro, prevede sempre un condizionamento atletico, dove prima del rinforzo muscolare è necessario prevedere delle sedute con obbiettivi diretti alla coordinazione motoria e alla ottimizzazione della componente elastica muscolo tendinea.

In seconda fase si potrà proporre un rinforzo muscolare, globale prima, più specifico in avanti. Gli esercizi proposti dovranno sempre avere caratteristiche ritmiche/coordinative, e saranno sempre seguiti da una lunga fase di rilascio/allungamento.

Nelle situazioni dove si è sviluppata una fase infiammatoria, è sempre consigliata una visita specialistica la quale accerterà se la provenienza della lesione è di origine meccanica o sistemica.

Nel caso di una problematica meccanica, osserveremo diverse fasi riabilitative:

1. fase dell’infiammazione leggera: trattamento con ghiaccio più volte al giorno, e in particolare dopo ogni allenamento, stretching degli estensori e flessori del gomito

2. fase dell’infiammatoria grave: riposo, ghiaccio più volte al giorno, trattamento osteopatico dell’arto superiore del tratto cervicale.

3. fase post infiammatoria: stretching degli arti superiori e della colonna in todo

4. fase del recupero muscolare e di rielaborazione dello schema corporeo: esercizi liberi e con elastici, esercizi con pesi.

5. Un nuovo e migliore swing: in questa fase le sedute di tecnica saranno gestite dal maestro di golf coadiuvato dall’osteopata. La sinergia tra i due professionisti sarà garanzia della migliore proposta allenante.

Quando ci troviamo di fronte ad una infiammazione più o meno lieve il consiglio è di non trascurarla, in quanto sono quadri clinici che peggiorano molto rapidamente.

Affidatevi al vostro maestro per il controllo dello swing e dell’attrezzatura e al vostro fisioterapista od osteopata per il piano di recupero fisico.

Buon gioco

Daniele Fiaschi
Maestro Golfprogram

Con la gentile collaborazione di:
Luigi Vincenti
Osteopata D.O.
Terapista della Riabilitazione
Educatore posturale metodo Ph. Soucard
Docente per i corsi di Osteopatia presso E.I.O.M.
Direttore didattico per i corsi di Osteopatia presso Physiolife
luigivincenti@tiscali.it