L’impatto è senza dubbio il momento cruciale di un meccanismo complesso, organizzato ed esplosivo. La pallina si trova al centro di un lungo percorso che va visto come un punto di passaggio dove il bastone raggiunge la massima velocità. In questo preciso momento, la posizione del giocatore è molto simile a quella della partenza, ad eccezione dei fianchi che impegnati nella rotazione e del trasferimento di peso in avanti, si trovano più ruotati verso il bersaglio.
Il difficile è proprio questo. Bisogna organizzare un corpo e una rotazione-propulsione. Un sistema di leve che viaggiano a differenti velocità, che percorrono quantità di strada diverse. Il corpo, situato al centro di questo meccanismo, compiendo una rotazione sull’asse della schiena, percorre meno strada di tutti e alla velocità più bassa, circa 5 kilometri orari. Pensate ora che un gesto tecnicamente corretto e potente come quello di un professionista può portare il bastone a colpire la pallina a oltre 140 miglia, circa 250 Km orari. Con un movimento così organizzato quindi si riesce a generare una impensabile velocità, sincronizzando alla perfezione il centro dello swing lento come una tartaruga e la periferia dello stesso lanciata come una formula 1 sul rettilineo di Monza. A pensarci è logico, bisogna far arrivare insieme al “traguardo” un attrezzo che percorre molta strada e che quindi ha tempo di immagazzinare velocità durante il suo tragitto e un corpo motore che di strada ne percorre pochissima ad una andatura lenta, continua, senza esitazioni. I segmenti intermedi di questo magico meccanismo, braccia e mani, correranno a velocità intermedie, lasciando che gli snodi, liberi, consentano alle leve di moltiplicarne l’intensità. Questo è difficile per un dilettante quanto per un professionista. Dovete cercare di interpretare lo swing vedendolo sempre nel suo insieme, nel rispetto sia della velocità che dell’equilibrio. Praticate anche tanti movimenti senza pallina, per cercare di interiorizzare e gestire la tecnica del golf a prescindere dall’obiettivo ansiogeno di colpire, sostituendolo con quello di attraversare e finire. Vi siete mai accorti che nei movimenti senza la pallina il bastone produce quel meraviglioso fruscio che spesso durante il colpo non sentite? Meditate giocatori meditate….
Se per ora quindi non riuscite a coprire distanze siderali, aspettate con pazienza e praticate con continuità, la lunghezza dei colpi è un fattore sicuramente tecnico.
Il driver più lunghi della vostra vita arriveranno nel momento in cui abbandonerete la forza e riuscirete a sincronizzare la velocità di una tartaruga, di una lepre e di una formula 1…
Provateci e…buona pratica….
Simone Selli