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a cura di Franco Iacovitti
Preparatore Atletico della Scuola Naz. Professionisti della FIG

Quanto può essere importante l’allenamento in palestra per noi golfisti? Per molti è un tabù, un sacrificio che ha poco senso, per altri e sono ancora pochi un fattore importante da considerare per migliorare le proprie prestazioni in campo.

Come per tutte le discipline sportive anche per giocare bene a golf abbiamo bisogno soprattutto di due cose: mettersi bene sulla palla con un corretto allineamento al bersaglio prescelto e poi eseguire lo swing attraverso un movimento efficiente; entrambe le cose richiedono sia la capacità di posizionamento, e quindi quella di assumere una postura possibilmente economica e ben bilanciata, che la capacità di muoversi in modo fluido e coordinato, ben sincronizzando tutti i distretti muscolari che soprassiedono l’esecuzione dello swing.

sequenza_CaseyA parole sembra facile, ma tutti ben sappiamo quanto è complesso e articolato il movimento dello swing; pensate che dal punto di vista tecnico è considerato il gesto sportivo più difficile da apprendere secondo solo al salto con l’asta. Quanti muscoli si mettono in moto e quanti altri ci permettono di mantenere, in quei benedetti due secondi, gli assi ed i piani di riferimento.  Essendo così impegnativo da apprendere, specie da adulti ahimè, l’abilità tecnica, ovvero la padronanza del gesto si acquisisce con anni di pratica, lezioni, ed esperienza di gioco e spesso tutto questo lavoro non ci soddisfa completamente; magari ci sono delle fasi di stasi evolutiva che non riusciamo a capire, problemi di natura tecnica? Oppure di natura psicologica? Si tutto può essere ma ricordiamoci sempre che dietro ogni gesto specie se complesso abbiamo il nostro corpo che risponde in maniera più o meno correlata alle nostre richieste ed aspettative. Quante volte il nostro intento non è seguito da un comportamento motorio efficace, magari abbiamo chiaro in mente su come addressarci,con quanta ampiezza ruotare le spalle ed i fianchi, e spesso lo schema mentale si traduce in una posizione e/o gesto insoddisfacente.

Dal punto di vista del sistema neuro muscolare lo start dell’azione che parte dal cervello può incontrare, una volta giunto l’impulso ai muscoli esecutori del gesto, delle “perturbazioni”ovvero delle situazioni di conflitto che limitano l’efficacia del gesto adattandolo alle effettive condizioni fisiche in essere. Non ci rendiamo conto razionalmente di questo fenomeno ma ne paghiamo le conseguenze; se ci dice bene, solo in termini di prestazione golfistica che potrà essere più o meno appagante, ma se insistiamo a giocare con queste conflittualità in corso possiamo andare incontro a spiacevoli infortuni fisici.

Dietro l’angolo si nascondono lombalgie, epicondiliti, talloniti, periartriti scapolo-omerali e quant’altro. Niente di peggio; un trauma acuto che sopravviene subdolo a poco a poco o forte all’improvviso ci limita il piacere di giocare a golf e ci fa entrare nel girone infernale dei farmaci; rimedi che non risolvono assolutamente la causa del problema ma solo l’effetto. Anzi chi insiste a giocare sotto l’effetto di antinfiammatori e antidolorifici non fa altro che peggiorare la propria condizione fisica poichè non affronta di petto il vero problema, ovvero trovare le fonti delle pertubazioni: i fattori di squilibrio muscolare che hanno causato i conflitti determinando una condizione di salute deficitaria. Non è uno scenario pessimistico quello che vi ho presentato ma solamente la semplice cronaca di quanto succede e quanto sentiamo in campo ed in club house.

Ogni nostra articolazione è governata da un insieme di muscoli che le permettono di espletare la propria funzione. Le articolazioni appartengono fondamentalmente a due gruppi:quelle stabilizzanti, ovvero tutte le articolazioni che permettono di conferire solidità al distretto al quale appartengono e quelle mobilizzanti, che sono tutte le altre che permettono a determinate parti del corpo un ampio raggio di azione. Ma nel momento in cui i muscoli si adattano a delle condizioni statiche e/o dinamiche involutive che nel tempo ne inficiano l’equilibrio dei rapporti di trazione e spinta, potremmo avere degli effetti negativi sulle articolazioni che controllano, determinando una ipofunzionalità della stesse; quindi potremmo avere o perdita di stabilità o di mobilità. Un esempio pratico è quando la tensione eccessiva dei muscoli della schiena rispetto al rilassamento degli addominali, comporta una perdita di stabilità delle articolazioni delle vertebre lombari causando una eccessiva mobilità con conseguente alterazione degli schemi posturali e dinamici. Là dove sarebbe necessario essere molto stabili per l’esecuzione ideale di qualsiasi movimento di lancio soprattutto in rotazione, avremo una zona troppo mobile che comporterà una serie di compensazioni negative a catena su tutti i distretti corporei.

posturaOgni nostro vizio posturale o motorio, determinato da azioni quotidiane monotematiche e protratte nel tempo, porta a drammatiche perturbazioni mio-articolari; se non prese in tempo queste tensioni sconvolgeranno tutti gli equilibri fondamentali dell’apparato locomotore, innescando una serie di adattamenti e cambiamenti che altereranno drammaticamente ogni nostro gesto. Immaginate quanto tali cambiamenti possono essere amplificati assumendo posizioni diverse da quella solite della vita di tutti i giorni e altrettanto si può dire per quanto riguarda lo sviluppo di nuove e complesse azioni che necessitano controllo coordinazione e flessibilità.

Ed allora, ragioniamo sui benefici che può apportare un adeguato programma di allenamento fisico finalizzato fondamentalmente al recupero degli equilibri muscolari compromessi e al potenziamento dei punti di debolezza. Niente di meglio che una soluzione che parte da noi stessi attraverso un efficace cambiamento interno, dei nostri muscoli e delle nostre articolazioni, libere di muoversi e sostenere ogni azione. Non fatevi ingannare dagli stereotipi, la preparazione fisica del golfista non è quella del body builder , lo sviluppo muscolare fino a se stesso non porta da nessuna parte, sollevare più chili non equivale ad un incremento della velocità della testa del bastone all’impatto. Quello che serve al giocatore di golf è rendere la sua posizione sulla palla stabile e consistente, tale da consentire l’esecuzione dello swing in una condizione statica ottimale; da qui nasce tutto, con delle ottima fondamenta il resto della costruzione può essere edificato con successo.

Così è altrettanto importante stabilizzare da una parte e mobilizzare dall’altra, tutti i distretti corporei che soprassiedono lo swing recuperando ogni squilibrio e riordinando le corrette funzioni delle articolazioni. Una volta ottenuto l’obiettivo primario, ovvero il “reset” statico dinamico, funzionale alle prerogative del golfista, si passerà al potenziamento specifico delle componenti muscolari che ci permetteranno di ottenere un swing consistente, efficace e soprattutto ripetibile nel tempo, limitando al massimo tutte quelle variabili negative che comportano improvvisi cedimenti di forza degli arti inferiori o perdita di flessibilità del tronco o sbilanciamenti laterali dei fianchi, tutti svarioni motori che causano performance deludenti.

Al centro della preparazione fisica c’è il golfista con le sua personalissima situazione posturale e motoria, frutto di un vissuto che non potrà mai essere paragonato e comparato ad altra persona. I mezzi (pesi, elastici, molle , palloni , trx , pedane vibranti etc.) e i metodi di allenamento (ginnastica posturale, pilates, gyrotonic, power yoga, etc.) sono degli strumenti che il bravo preparatore deve conoscere ( e più ne conosce e meglio è) per organizzare il piano strategico personale del giocatore sulla base di una batteria di test posturali e funzionali al golf che rappresentano l’unico punto di partenza della preparazione.

Senza screening, senza test di valutazione, senza dati, non si va da nessuna parte. Non si può generalizzare se si intende ottenere dei risultati concreti e veramente efficaci.

State attenti ai venditori di coriandoli!

Franco Iacovitti

Docente di Preparazione Atletica, Fisiologia e Nutrizione presso la Scuola Nazionale Professionisti della F.I.G.
Docente di Scienze Motorie Scuola Secondaria di 1^GR.
TPI Instructor
Personal Trainer

Franco segue la preparazione atletica di diversi giocatori di golf pro e amator italiani, Ha un suo personale metodo di valutazione posturale e funzionale al Golf che rappresenta il punto di riferimento iniziale ed in itinere fondamentale per la compilazione e il controllo dei programmi di allenamento deistinati ai singoli giocatori di golf.

Prossimo articolo: “La funzione degli addominali per il golfista, crunch o non crunch?”

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